Il Pensiero e l'Opera di un Maestro dell'Architettura Contemporanea
Nato a Roma nel 1940, l'architetto ha costruito una carriera ricca e variegata, attraversando decenni di evoluzione architettonica e urbana. Laureatosi nel 1969 alla Facoltà di Architettura della Sapienza con Ludovico Quaroni, uno dei maestri del modernismo italiano, inizia subito la sua carriera accademica affiancandolo nella ricerca e nella docenza.
La sua collaborazione con Quaroni, nota per il suo approccio umanistico e innovativo all'urbanistica, ha segnato profondamente il suo pensiero progettuale, contribuendo alla formazione di un linguaggio architettonico che fonde composizione spaziale e attenzione al contesto socio-culturale.
Successivamente, l'incontro con Luisa Anversa come Ricercatrice ha rappresentato un altro momento cruciale nella sua formazione accademica, caratterizzata da un'apertura verso la ricerca interdisciplinare. Il suo impegno nell'insegnamento si estende per diversi decenni: dal 1989 al 2009 presso la Facoltà di Architettura di Pescara, dove ha ricoperto prima il ruolo di Professore Associato in Composizione Architettonica, e poi quello di Professore Ordinario, fino a dirigere il Dipartimento di Architettura e Urbanistica e successivamente quello di Industrial Design e Architettura.
Dal 2010 al 2017, la sua attività didattica si è spostata al Politecnico di Milano, dove ha insegnato Teoria e Tecnica dell'Architettura. In questo periodo, ha tenuto numerose lezioni e conferenze in prestigiose università internazionali, tra cui Waterloo, Cornell University e l'Università di Buenos Aires, dimostrando una capacità di influenzare il pensiero architettonico su scala globale. Il suo insegnamento, basato su una profonda riflessione teorica e una forte componente sperimentale, ha contribuito a formare intere generazioni di architetti, che hanno ereditato da lui una visione progettuale radicata nella tradizione e, al contemporaneo, proiettata verso il futuro.
Tra le opere più rilevanti spicca la chiesa di San Ambrogio ad Urbem (Milano, 1989-1997), un'opera che incarna la sua visione del sacro, reinterpretata attraverso un linguaggio contemporaneo e con un'attenzione particolare al rapporto tra spazio liturgico e comunità . Ma non solo edifici: il suo interesse per la scala urbana e paesaggistica si manifesta attraverso importanti contributi alla pianificazione urbanistica e alla progettazione del paesaggio, soprattutto nelle aree costiere, su cui ha condotto ricerche per il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
Nel 1985, insieme a Ariella Zattera e Teresita D'Agostino, ottiene il Leone di Pietra per il progetto del nuovo Museo di Arte Contemporanea a Cà Venier dei Leoni, un riconoscimento che sottolinea la sua capacità di dialogare con l'arte contemporanea attraverso l' architettura. Le sue opere, infatti, sono spesso caratterizzate da una tensione tra la memoria storica e l'innovazione, una dualità che si riflette anche nei suoi disegni. Questi ultimi sono stati esposti in numerose Biennali e Triennali, tra cui quella di Venezia, Milano e San Francisco, nonché in mostre internazionali a Parigi, Barcellona, Francoforte, Montreal e molte altre città.
Nel 1985, insieme a Ariella Zattera e Teresita D'Agostino, ottiene il Leone di Pietra per il progetto del nuovo Museo di Arte Contemporanea a Cà Venier dei Leoni, un riconoscimento che sottolinea la sua capacità di dialogare con l'arte contemporanea attraverso l' architettura. Le sue opere, infatti, sono spesso caratterizzate da una tensione tra la memoria storica e l'innovazione, una dualità che si riflette anche nei suoi disegni. Questi ultimi sono stati esposti in numerose Biennali e Triennali, tra cui quella di Venezia, Milano e San Francisco, nonché in mostre internazionali a Parigi, Barcellona, Francoforte, Montreal e molte altre città.
I suoi disegni sono oggi parte di prestigiose collezioni permanenti, come quelle del DAM di Francoforte, del Centre Pompidou di Parigi e della Biennale di Venezia, testimonianza di un'opera grafica che non è solo strumento progettuale, ma espressione artistica autonoma. L'influenza di questi lavori si estende anche nel campo della pubblicità: è stato direttore della rivista Piano Progetto Città e di altre pubblicazioni accademiche come DAU e la collana Ossimori .
Le sue riflessioni teoriche e progetti sono stati ampiamente pubblicati su riviste internazionali specializzate, tra cui Casabella , Domus , Controspazio , Architecture d'aujourd'hui, e Japan Architecture, rendendolo una voce di riferimento nel dibattito architettonico contemporaneo. L'architetto D'ardia ha saputo coniugare un'intensa attività progettuale con una riflessione teorica profonda, lasciando un segno indelebile nella storia dell'architettura italiana e internazionale.
Domanda all'artista:
In che modo riesce a integrare l'eredità storica di un luogo con le sfide dell'architettura contemporanea? Quali strategie utilizza per creare un dialogo armonico tra passato e innovazione nei suoi progetti?
A cura di Alegiani Edoardo e Golam Shamia