Relazione sull'Inagurazione della mostra sul "Fellini Museu" di Orazio Carpenzano

L’inaugurazione della mostra presso la Facoltà di Architettura si inserisce in un contesto accademico di grande rilevanza, non solo per la qualità del progetto espositivo, ma anche per il metodo multidisciplinare adottato nella sua realizzazione. L'evento celebra il connubio tra arte, tecnologia e ricerca architettonica, esprimendo una sintesi tra rigore scientifico e creatività progettuale.

Nell’aprile del 2018 il Comune di Rimini ha bandito il concorso per un museo dedicato alla figura di Federico Fellini, con l’obiettivo di creare un polo museale innovativo e immersivo, di ricerca e produzione artistica, in cui far convivere rigore scientifico, emozione e spettacolo. La proposta vincitrice, ribattendo gli obiettivi del bando, prefigura interventi che attraversano il centro storico della città, componendosi di tre elementi: Castel Sismondo, dove saranno allestiti i set felliniani e ospitate le esposizioni temporanee; Palazzo Valloni, concepito come un loft/living space per immergersi nella ricerca e nella visione dell’opera di Fellini; CircAmarcord in Piazza Malatesta, per gli spettacoli temporanei, gli allestimenti e le installazioni interattive.

La mostra si pone come una piattaforma per esplorare l’approccio multidisciplinare che ha caratterizzato il progetto vincitore del concorso. Questo evento accademico non solo sottolinea il ruolo della Facoltà di Architettura come spazio di sperimentazione e divulgazione, ma mette in luce il contributo di diversi professionisti, tra cui architetti, artisti multimediali e artigiani, che hanno collaborato per dare vita a un’esperienza unica.

Il progetto rifugge dalla creazione di un parco a tema e interpreta il mandato del concorso come un sistema di spazi collettivi che accolgono i meccanismi poetici, innestando nello spazio urbano dispositivi per l’immaginario. L’architettura e i suoi allestimenti seguono la stessa strategia: denudare gli spazi esistenti per colonizzarli con le icone felliniane senza entrare in competizione con il linguaggio del Maestro riminese. Pertanto, si parte dalla sobrietà del Moderno per affacciarsi, con pochissime mosse, sul circo felliniano ed evocare, attraverso di esso, un mondo che in parte coincide con Rimini.